Quel deserto culturale chiamato YouTube Italia

Dopo un po’ che frequenti YouTube Italia, ma temo che queste considerazioni si applichino anche ai contenuti in altre lingue, ti accorgi di alcuni temi, tipologie di video e tic che accomunano molti YouTubers. Vediamole in ordine sparso.
Le categorie
Si va dagli italiani all’estero che provano i piatti nazionali e ci dicono quanto sono buoni quelli della loro mamma, agli stranieri in Italia che spiegano ai loro follower d’oltralpe le 5 cose da non fare mai quando si visita il Bel paese.
C’è poi la categoria dei linguisti: dai corsi rapidi di italiano per stranieri ai video in lingua straniera per i connazionali espatriati (pardon expat). Una noia mortale, visto che sono sempre le solite 5 banalità che ricicciano.
I ricettari la fanno da padrone con piatti sono tutti rigorosamente “deliziosi” (e mai “squisiti”) e si sfiora il ridicolo quando ti propinano la pasta al tonno spacciandola come ricetta segreta della nonna o la cottura “senza forno” per la cheese cake.
Abbondano i video acchiappa-clic, riconoscibili perché non ti danno la notizia nel titolo. In questo modo, secondo gli autori, la curiosità prende il sopravvento e lo spettatore dovrebbe essere più invogliato a scoprirne il contenuto.
Su questo fronte attenzione anche ai titoli fatti con lo stampino: “La vera storia di…”, “La verità su…”, “Non comprare … se non hai visto questo”, come se che l’autore conoscesse verità alle quali noi poveri stronzi dall’altra parte dello schermo non possiamo accedere. Byoblu ha costruito un impero con questi mezzucci.
Faccette di culo
Un tratto particolarmente irritante che merita una sezione tutta sua sono le copertine di alcuni video, voglio sperare pensate per un pubblico più giovane, dove il protagonista appare sempre con delle espressioni enfatizzate, una tendenza che va per la maggiore anche nei talent show televisivi. Emozioni, rigorosamente very, a favore di telecamera.
Marchette
Arriviamo quindi al vero motivo per cui un creator (sic!) spende tempo ed energie per realizzare questi contenuti: le sponsorizzazioni. Contenuti pubblicitari più o meno camuffati e presenti solitamente a metà del video. Marchette inserite con scaltrezza tra una battuta e l’altra (seamless direbbero i bocconiani) e che casualmente risolvono i problemi di cui si sta parlando nel video.
Arriva TikTok
Non stupisce quindi che un abominio cinese come TikTok vada per la maggiore, dove dei trucchi spiegati sopra vengono di fatto superati dall’interfaccia dell’app stessa, mentre restano i contenuti che hanno il vantaggio di andare dritti al punto. Le idee per realizzare dei contenuti vagamente interessanti però non te le può dare una piattaforma, ed infatti il livello medio è sotto zero.
Obiezione Vostro Onore!
Sento già arrivare l’obiezione: come per Mussolini “Su YouTube ci sono anche cose buone!”. Ma certamente, immagino che persino su TikTok scavando si riescano a trovare cose interessanti.
Ho scoperto l’acqua calda? Certo che sì. In fondo come posso pretendere che un povero cristo in camera sua abbia i mezzi e le competenze di un autore televisivo? Non tutti possono ambire a diventare la prossima Chiara Ferragni.
Aiuta quindi tenerlo sempre presente quindi ci accingiamo a guardare cosa c’è di nuovo nella nostra home di YouTube. Solitamente sarà immondizia.
In copertina elaborazione di Willian Justen de Vasconcellos su Unsplash.