Silvio & Noemi
“A tutti piacciono le minorenni. Per questo c’è una legge.” — Daniele Luttazzi
“A tutti piacciono le minorenni. Per questo c’è una legge.” — Daniele Luttazzi
“La Costituzione è un libro umoristico zeppo di gag e barzellette che regola la vita degli italiani; la battuta più bella è però la prima che dice: «La repubblica italiana è una democrazia fondata sul lavoro».” — Paolo Rossi
“Quando ho visto Michelle Obama abbracciare la regina Elisabetta ho provato un senso di orrore (…) La regina non si sfiora, si guarda: è l’ultima grande superstite della regalità storica europea. " — Carlo Rossella
Nato circa tre anni fa, Twitter detto in due parole è un sistema di micro messagistica. Un utente si registra, crea un suo semplicissimo profilo, gli viene assegnato un indirizzo univoco (http://twitter.com/nomeutente) e può iniziare a sparare messagini agli altri utenti che lo vogliono ascoltare o, nel gergo di Twitter, che lo stanno seguendo (follow). Ogni messaggio ha un limite di 140 caratteri.
Inizialmente pensato come semplice modo per far sapere agli amici cosa si stava facendo in un dato momento, il servizio conta oggi milioni di utenti. La classifica aggiornata degli utenti più seguiti la potete trovare su Twitterholic, ma vi anticipo che ai primi posti ci sono nomi noti come Cnn Breaking News, Barack Obama e la solita Britney Spears.
I messaggi si possono scrivere dal web, dal proprio cellulare, da alcune applicazioni di instant messaging, e da una miriade di client dedicati installabili sul proprio Pc o Mac. Io ad esempio trovo utile Safari140 per segnalare i link su Twitter mentre navigo.
Visto che essenzialmente su Twitter esistono solamente messaggi e utenti si sono sviluppate delle convenzioni per rendere più ricca la comunicazione: una chiocciola prima di un nome utente (@nomeutente) indica un messaggio indirizzato a quell’utente, un cancelletto seguito da una parola chiave (#parolachiave) aiuta a dare un contesto al messaggio. Il retweet, abrevviato spesso con RT, è il rimbalzare un messaggio che si ritiene interessante o che merita di essere diffuso ai propri follower.
Personalmente uso Twitter da qualche mese come estensione di Passiomatic per segnalare pagine e video che trovo interessanti su grafica, tipografia, web design e altra roba da iniziati di cui mi occupo di solito. Il bello di Twitter è appunto che ognuno usa il servizio come vuole senza nessun tipo di intrusione da parte dei creatori del servizio. Ci si potrebbe chiedere quale sia il business model degli autori… beh, la verità è che non ne hanno idea nemmeno loro. Immagino che puntino ad essere comprati come è accaduto in passato per Flickr o MySpace. Finché dura direi di approfittarne.
Twitter essendo un servizio aperto ha in poco tempo generato una serie di siti satelliti che usano in maniera anche piuttosto fantasiosa i messaggi generati dagli utenti.
Ad esempio Twittervision mostra i messaggi degli utenti collocati su di una mappa mondiale. Molto più prosaicamente Twitpic vi permette invece di condividere le vostre foto su Twitter. Infine Twitter facts è un blog che racconta la storia e lo sviluppo di Twitter, con un occhio anche all’utenza italiana.
Vi lascio con Lisa Nova in Twitter Whore, una parodia dell’utente Twitter che ha preso fin troppo alla lettera quel “What are you doing?” di cui vi parlavo all’inizio.
https://www.youtube.com/watch?v=uZ4CArqbp4g
Aggiornamento 31 marzo: sono appena incappato in Relationship Symmetry in Social Networks: Why Facebook will go Fully Asymmetric un interessante articolo di Jushua Porter che analizza la crescente popolarità di Twitter, il suo modello di “amicizie” asimmetrico e le contromosse di Facebook.
Possibile che Rhubard di Aphex Twin sia il più bel pezzo ambient mai stato scritto?
Partimmo prestissimo. Alle tre del mattino eravamo in auto diretti verso l’aeroporto bergamasco di Orio al Serio.
Avevamo prenotato via web uno dei parcheggi messi a disposizione dell’aeroporto per lasciare l’auto custodita ma incrociando per puro caso un addetto di TravelParking e confrontando le tariffe decidemmo di affidare l’auto a quest’ultimo.
Il volo Ryanair fino all’aeroporto di Siviglia fu senza sorprese. Abbiamo imparato una cosa utile: i sedili vicino alle uscite di emergenza in corrispondenza delle ali del velivolo sono molto più spaziosi. Fare due ore di volo con le ginocchia in bocca non è esattamente un’esperienza piacevole. Il bello è che pur volando da anni non avevo mai notato questo particolare.
Allo sportello Avis dell’aeroporto noleggiammo una Nissan Note — auto che dopo otto giorni Stoitch avrebbe ripudiato. Come consigliatoci dall’agenzia di viaggi chiedemmo una assicurazione per eventuali danni e furto del mezzo. Per otto giorni e guidatore unico la cifra si aggira sui quattrocento euro.
L’auto viene fornita con il pieno e deve essere riconsegnata con il pieno. Chi vi scrive non ha idea di cosa accada nel caso la macchina venga riportata al parcheggio dell’Avis in riserva, ma consiglio di non provare solo per vedere l’effetto che fa: le signorine al banco avevano un’aria piuttosto minacciosa quando ci hanno fatto presente la cosa.
Arrivati a Siviglia mi venne in mente quella musichina del programma Rai Macao che faceva:
Ahi, ballerina di Siviglia
hai mostrato la caviglia.
Prima di spostarci definitivamente a Cádiz visitammo velocemente il centro di Siviglia e in particolare l’imponente Plaza de España, la Catedral y Giraldae e i Jardines de Murillo.
L’hotel Las Cortez de Cádiz come già avevamo visto dalle foto proposte dal sito web è molto bello. L’unico inconveniente fu dovuto al fatto che ignoravamo che il parcheggio dell’hotel — ovviamente completo — andasse prenotato in anticipo.
Quindi per il resto della permanenza lasciammo l’auto in un parcheggio piuttosto economico che si trova nei pressi del porto di Cádiz, poco distante dall’hotel.
La Caleta è la spiaggia degli abitanti del centro storico di Cádiz. Questa è piuttosto ampia e nel mezzo c’è un grande edificio con due ali che si protraggono in avanti e arrivano quasi sul bagnasciuga. Questa strana struttura fornisce un ottimo riparo dal sole che picchia veramente forte durante le ore più calde della giornata. L’acqua non è particolarmente pulita, per quella è d’obbligo spostarsi poco più a sud.
Durante una giornata particolarmente ventosa visitammo prima Conil e poi Tarifa, ed infine risalimmo verso la spiaggia di Bolonia. A Tarifa, collocata più a sud di Gibilterra, ci si può imbarcare per Tangeri: 35 minuti e si è in Africa. Nonostante un po’ di foschia al di là dello stretto si potevano scorgere le coste del Marocco.
I miei compagni di avventura comprarono un paio di cappelli di paglia in un negozio di chincaglieria cinese per 2,50 euro cadauno, ma l’entusiasmo per l’acquisto durò poco: i due si ritrovarono ben presto a dover combattere con il forte vento che soffiava quel giorno e che tentava continuamente di strappare il copricapo dalle loro teste.
Non a caso le spiagge di Tarifa quel giorno erano deserte. Anche a Conil e Bolonia il vento forte rese difficile restare sdraiati sulla spiaggia. I più attrezzati per ripararsi avevano l’ombrellone piazzato controvento ma a noi, forti solo del nostro telo mare, la sabbia si infilava dappertutto.
Dedicammo un giorno per visitare un paio di grossi centri a nord di Cádiz: Jerez de la Frontera e Puerto Santa Maria. Jerez è una città deliziosa: tirata a lucido e ordinatissima.
Puerto Santa Maria lo percorremmo a piedi arrivando sino alla plaza de toros locale, ovvero l’arena dove si svolgono le corride. Alcune persone stavano in fila davanti alla struttura in attesa di ritirare il biglietto per lo spettacolo.
Durante la permanenza alla televisione abbiamo avuto l’occasione di vedere un paio di corride. La cosa in sé è di una crudeltà unica ma, come conveniva anche Ivan, se la Spagna in seno alla modernissima Europa continua a permettere le corride queste non possono essere così moralmente deprecabili. Perché non importare lo spettacolo anche in Italia?
Il giorno successivo abbiamo visitato un paio di località turistiche a sud di Cádiz: Zahara de los Atunes e Capo Trafalgar (al largo della quale si svolse l’omonima battaglia). Il giorno successivo ci siamo invece diretti a nord sostando a Rota.
Il Bar Cuba è un piccolo ma affollato locale nel centro storico di Cádiz. La clientela è variegata e potete imbattervi anche in studenti stranieri che stanno seguendo l’Erasmus, conosciuto anche come Progetto Orgasmus.
I cocktail sono ottimi. In particolare vi consiglio il Mojito, il Daiquiri, la Caipiroska e il favorito di Stoitch: la Margarita. Al banco ordinai tre Margarita perché lo vidi bere più volte dalle protagoniste di Sex & the City credendo però che i granelli attorno al bordo del tipico bicchiere a coppa larga fossero di zucchero, non di sale. Ora ho imparato la lezione di non ordinare cocktail a cazzo.
Se il long drink simbolo di Menorca 2007 è stato il Gin Lemon, la vacanza a Cádiz sarà ricordata per le tre strepitose Margarita e al mal di testa che ci hanno causato il giorno dopo.
Dopo aver sentito la sveglia del cellulare squillare Stoitch si alzò di scattò nel cuore della notte e disse ironico: “Go dormio poco, ma ben”. Dovevamo raggiungere Siviglia per imbarcarci sul volo di ritorno e non c’era molto tempo da perdere.
Lasciammo la nostra amata Cádiz intorno alle tre e mezzo. Sulla superstrada che collega Cádiz a Siviglia non incontrammo nessuno. L’unica compagna di viaggio fu una grande luna calante posata sull’orizzonte. In mezzo ad un silenzio spettrale ci fermammo a fare colazione in una stazione di servizio chiamata molto opportunamente El Fantasma.
È stata una vacanza bella e rilassante ed io, per una volta, sono stato accorto nell’espormi al sole e non mi sono nemmeno scottato. Cosa non da poco.
Un bell’articolo di Tom Hodgkinson tratto dal Guardian ci spiega chi sono i tre soci fondatori del social network che fa impazzire il mondo: Mark Zuckerberg, Jim Breyer ma soprattutto il neo conservatore Peter Thiel.
Ricordo che nel 1994, dopo l’auto candidatura di Berlusconi, uno degli argomenti che i simpatizzanti portavano a favore del Cavaliere era: “Ha già un mucchio di soldi, non occorre che rubi come gli altri politici”.
“I guru del marketing teorizzano da tempo il passaggio all’era della pura emozione: prima cercavano di venderci dei prodotti, poi dei servizi, oggi delle sensazioni. Quindi la Volvo non ti vende un’auto, ma la sensazione di libertà; la Barilla ti vende il calore familiare. Le pubblicità non celebrano, ma alludono, evocano.” — Val commentando questo post su Kelebek
“La libertà è quella cosa che si trova nelle mani del giudice istruttore a seconda che si alzi dal letto col piede destro o col piede sinistro.” — Emile Zola citato da Francesco Cossiga