Primo capitolo delle avventure del detective privato Riccardo Finzi, nato dalla fervida immaginazione di Luciano Secchi, meglio noto come Max Bunker, già autore di notissimi personaggi a fumetti come Alan Ford, Satanik e Kriminal. Ne scrivo qui perché, avendo apprezzato molto il film interpretato da Renato Pozzetto, mi sono incuriosito e ho recuperato il romanzo da cui è tratto. Quest’ultimo ci racconta l’arrivo del protagonista nella “grande Milano” e i suoi primi giorni passati ad arredare la casa-ufficio, subire gli sfottò della polizia e indagare sulla misteriosa morte di una donna conosciuta dal Finzi la sera stessa della sua prematura scomparsa. Lettura scorrevole e godibile, ottima come passatempo sotto l’ombrellone.

Alessandro Bilotta riprende Morgana (numero 25) e lo speciale precedente, approfondendo il personaggio di Crandall Reed, l’autore di fumetti che durante la lettura appare più volte disegnare la storia stessa. L’idea qui viene amplificata con un effetto piuttosto straniante e la sensazione è che si stia allungando il brodo un po’ troppo. I dialoghi però sono scorrevoli e il numero tutto sommato intrattiene il lettore per buona parte dell’albo. L’autore dei disegni è il già noto Pontrelli, e pur non amando molto il suo stile personale, qui regala una prova convincente con una buona caratterizzazione dei personaggi e dei chiaroscuri ad effetto. Da segnalare la bella copertina di Emiliano Tanzillo.

Scheda sul sito Bonelli.

Storia sottotono di Alessandro Bilotta che non sembra nemmeno essere lo stesso autore dell’ottima saga Il Pianeta dei Morti. Si parte da uno spunto già visto ma stimolante quale il bullismo scolastico per ritrovarsi con un Dylan che indaga senza nemmeno porsi le domande più banali — perché non interessarsi fin da subito ai genitori di Tim? — e si ritrova a dover combattere con un mostro reale o immaginario in funzione della convenienza dello sceneggiatore. Penoso l’espediente dei graffi ritrovati sotto l’armadio e non davanti ad esso. Finale “chiaverottiano” soddisfacente. Ai disegni troviamo un Corrado Roi svogliato che qui disegna ragazzi che sembrano nani (vedi p. 81.iii), personaggi con volti perennemente inespressivi e che rinuncia più volte a rifinire le mani dei personaggi (vedi p. 17.ii). Graficamente sono distanti i fasti di Ti ho visto morire (numero 27) mentre qui sembra piuttosto di rivedere il Roi de La bestia della brughiera (numero 429), altra prova non esattamente ispirata del Nostro.

Dimenticabile.

Scheda sul sito Bonelli.